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giovedì 30 luglio 2015

"Le Luci Accese"

Roberto Angeletti

"Le Luci Accese"

14 agosto 2003 - Gaeta


Una luna rossa rischiarava il tavolo bianco che Giorgio aveva portato dal mercato sulla sua bicicletta.
L'uomo stava ripensando a quella lunga fila di auto che aveva incontrato quel giorno lungo la strada di ritorno verso casa. Una lunga fila di fari accesi,
Strano, aveva pensato.  Per quale motivo, con i black out continui che c'erano, si sprecava energia di giorno, quella poca che rimaneva, accendendo le luci delle auto. Ferme in fila, poi.  Per illuminare che cosa, in pieno solleone d'agosto ?
Quello che Giorgio non sapeva, dato che non leggeva giornali, i pochi che erano rimasti, e non ascoltava le radio, governative e di parte, era che era diventato obbligatorio accendere i fari di giorno.  Anche con la macchina ferma.
Perché mai era divenuta necessaria una tale assurdità?  Forse, dovendo portare tutti gli occhiali scuri per il sole accecante, la visibilità delle altre auto poteva risultare più problematica, specie di quelle color asfalto, divenuto peraltro di moda? Macchè: il fronte di luci tendeva a bruciare la retina e a creare maggiore cecità momentanea e a peggiorare dunque la visibilità soggettiva.
Forse, bisognava consumare le scorte di lampadine.  Dato che l'energia si stava esaurendo, bisognava far consumare le rimanenze di lampadine prima che divenissero inutili fondi di magazzino.
Un po' come mangiare caviale alla frontiera non potendone portare più di una certa quantità.  Lo spreco per non mandare sprecato.
E il solito furbo affarista riusciva ad approfittare delle situazioni negative e a creare profitto personale a scapito della collettività.
D'altro canto il mondo andava così.  Ma il motivo non era questo.  Il motivo delle luci accese di girono travalicava qualunque immaginazione.
Si trattava di un motivo fiscale.  Dettato dalla finanza creativa applicata alla necessità di cercare fondi per affari internazionali.
Dato che imporre una nuova tassa sarebbe stato impopolare, si era trovato un sistema per far consumare a tutti più energia.  Il risultato era esattamente come aver aumentato il prezzo della benzina, che avrebbe però provocato scontento e diminuzione dei consensi.
Invece, obbligando a consumare più benzina, anche poca, ma tutti e sempre, con la scusa di volere aumentare la sicurezza sulle strade, si coinvolgeva lo spirito di responsabilità dei cittadini, che si sentivano così partecipi, contenti e ben gabbati.
Il fatto era che l'idea per una tale iniziativa non era stato frutto di intelligenze locali.  E i proventi derivanti da questa iniziativa non rimanevano all'interno della nazione.
Il ricavato del consumo della benzina avrebbe sì rimpinguato il sempre vorace bisogno delle casse dello Stato, ma anche quello di chi la benzina produceva, trasportava e trasformava.
"Una guerra vale bene un cent !"  aveva detto qualcuno.
E far sì che uno Stato pacifico, o per lo meno così auto dichiarante, si auto tassasse per finanziare una guerra, non era facile, né tantomeno possibile; se non cambiando la Costituzione dello Stato.
E così si erano accese le lampadine di giorno.
Un gesto così lontano dallo sparare a qualcuno che sarebbe stato in grado di farlo anche un pacifista ecologo come Giorgio.
Che si sarebbe solo chiesto come mai una fila di auto ferme avevano le luci accese in pieno giorno, sotto il solleone di ferragosto.

14 agosto 2003 - Gaeta

roberto.angeletti